sabato 28 luglio 2007

Motivi

Metterò tutto a posto. E’ necessario per capirsi, per capirmi. Le cose sul fondo hanno l’odore dell’abisso, di oggetti tornati all’improvviso. Credo che sia finita, ho guardato attentamente e ho visto attraverso le mie mani. La fisicità sembra perdersi nei luoghi del ricordo. Ho toccato le fotografie, i muri innalzati dallo zolfo. Tutto finisce per assomigliarsi, i giorni dei baci come i giorni dell’acciaio. Passo da una camera all’altra chiedendomi cosa faccio e cosa dico.

lunedì 16 luglio 2007

Abitudini

Ho aperto i vetri lasciando che la fine invadesse questi luoghi. L'inizio è un'idea che resta nei giorni percorsi e in quelli che ancora dovranno venire. E' facile abitare in posti sempre diversi, senza farsi abbattere dalla monotonia, dall'amore e dall'apocalisse. Stringo i legami più forti, non abbraccerò nessuna e guarderò attraverso il reticolo del cortocircuito. Sbalzi di corrente fondono gli strati superiori dell'equilibrio. Saltano i dischi e le parole, come scalpellate via dalle lapidi.

giovedì 12 luglio 2007

Dopo

Vieni avanti. E’ così difficile muoversi, coordinare il prima e il dopo, i rapporti che regolano gli eventi. Voglio dare un nome diverso a quello che mi circonda, un suono che mi ricordi quello che sono stato. I tubi e le vie secondarie conquistano terreno, cerco a fatica le mani mentre toccano il resto. La plastica mi assomiglia sempre di più. Il disordine è lo stato primo delle cose, seguiranno il loro corso dopo la nostra scomparsa. Ci verranno a trovare nelle fosse e ci copriranno.

lunedì 9 luglio 2007

Ancora

Quello che cade oltre il muro. Tutta la polvere che posso vedere, raccolta negli angoli più stretti. Persone che si sporgono dalle finestre senza raccontare più nulla. Li hanno visti arrivare, il sole sembrava impazzito. Hanno scavato strade dove dormivano i passi dei morti, sradicato i mobili e gli spazi più antichi. Adesso è come se tutto fosse più grande. Un vuoto fra le camere, nei letti dove finire la vita, quello che resta di noi.

Depeche

Succede tutto in poco spazio. E’ così che si fa, senza disperdere i gesti. Lo specchio riflette il retro di un altro momento, cose che ho visto crescere e poi morire. Non sono scomparse, s’infiltrano ovunque resti del tempo eclissandone il ritmo. Mi fermano di fronte alle stanze, non ho voglia di affrontarle. Hanno preso la casa, le azioni di sempre, direzioni prestabilite.
“Here is the house / Where it all happens……
Compio i gesti elementari e sorrido nel vederli tornare.

venerdì 6 luglio 2007

Resti

Aggiornatevi, caricatevi, emozionatevi. I posti scelgono le persone, i nastri si muovono nelle catene di montaggio. La fine non è contemplata. Il sole è una forca, le corde le fabbricano più sotto, nello spazio agitato e frenetico della rete. I pugni dello stantuffo battono ancora, come un’invasione in attesa. Entreranno quando l’ultima porta sarà caduta, e spaccheranno ogni cosa. Nella stanza fredda c’è solo una sedia e aspetto qui. La luce combatte con il resto e sui muri ne vedo l’ombra. Non stiamo diventando macchine. E’ già successo.

mercoledì 4 luglio 2007

Vento

Passa e si abbandona. Una grossa carcassa di luce che si colora mentre la guardo. Dicono che il respiro sia un’arte, una produzione particolare. Gli animali mi guardano dalle scale, gli insetti stanno sui muri come scatti di uno schermo rotto. Mi metto le mani davanti agli occhi, le mani macchiate di bianco. Ho scelto la strada di oggi, quella distrutta, perché i fantasmi non se ne vanno e la polvere mi scivola in casa.

martedì 3 luglio 2007

Adesso

Il colore degli occhi. Gli altri sopravvivono lontano da qui, cadono dove non posso seguirli. Che cosa hanno visto, cosa hanno fatto? L'altra metà di me, quella che vedo più piccola, oppone resistenza. Un ultimo tocco, un'accelerazione. Come ieri, uguale a domani. La stessa invidiabile preveggenza di quando tutto è cominciato. Potrebbero scoppiare le urla da vuoti che non conosco.
"Nag nag nag / Nag nag nag / Nag nag nag / Nag nag nag......."
O una canzone dei Cabaret Voltaire.

domenica 1 luglio 2007

Notte

E’ come un percorso di miglia dentro il corpo bruciato di un aereo. Dove sono andati a morire, a perdere gli ultimi istanti. Tutto finisce per sempre, si legge in giro, nelle cose che cambiano. Gli scatti nel buio, predatori che conosco da sempre senza essermene mai accorto. Sento un bastone passare tra le sbarre metalliche, continua da giorni; continua senza perdersi come il sangue nella carne, un uomo nel deserto che cerca l'acqua.

Einsturzende

Finalmente ricollegati. Rantolii che si fanno digitali. Negativo, negativo, è solo una scintilla che cade dai muri. Epoche morte, una voce come di scarti lungo i tubi di casa, di notte, dietro ogni parete. Più marcato, i segni più profondi cercando di ricostruire tutti i percorsi. Salgono dalle rampe di scale, hanno facce sempre diverse, con le catene dentate, gli ingranaggi, le cinghie. E’ tutto spaccato, aria pneumatica dilatata oltre gli eccessi. Ti amo, ancora.