Game

Il rumore e l’ordine della musica. I fantasmi sono errori del ferma immagine. I contorni degli oggetti, le scariche globulari che scappano per le stanze. Spari laser come in Invaders, esplosioni digitali. La casa è solo cemento che crolla, un rumore da inferno, da cantiere dell’est. E’ possibile che sia un secondo, un’interferenza sulla pellicola dello spazio e del tempo. Un bug che vive qui da sempre. Ci sono tanti segreti da conoscere e portare in superficie. Segui le linee, cammina lentamente e guarda bene dove la luce non arriva.

Spirali

Entrerei nell’elettronica del nostro tempo. Manipolazioni, destrutturazioni, assembramenti cyber-punk. Intanto mi guardano e alzo un po’ il volume. Se potessi correre per sentieri dispiegati di logica alla William Gibson e affondare nel grande vuoto incolore. Mi troveranno, sì. Siamo noi il nostro stesso nascondiglio, il nostro stesso fallimento.
“You are the perfect drug / the perfect drug / the perfect drug / the perfect drug……"
La nostra droga perfetta. E Trent Reznor continua ad urlare.

Atti

Il martello continua. Il clangore delle scintille sul muro anche. Mi muoiono i giorni aspettando che tutte le macerie ritornino al posto giusto. Ho chiuso da poco le tende sul retro ma sono gesti così costruiti, talmente pressati su reticoli prefabbricati da non distinguerli più dall’operato delle macchine. E’ lo schifo che attacca quello che accade per inerzia. Solo stare stesi come intontiti all’inizio del freddo aspettando che la batteria si spenga o riattivi tutte le funzioni. Basterebbe così poco. Così poco.

Fuori

Forse dovrei girare un po’. Osservare le cose cadere, le serrature manipolare le chiavi chiudendomi dentro gli stabilimenti più distanti. Le vecchie cisterne stuprate nella penombra, i tubi ammaccati dello zuccherificio. I flash come drum machines che ne animano gli spettri. Guardavo proprio ieri il passare del tempo sugli ospedali, le case, la vita di coppia. Anche se assurdo, ci sono sempre dietro. Basta rendersene conto.